Tendenza alle ludopatie e uso delle tecnologie: alla ricerca di matrici comuni delle nuove dipendenze

Santo Di Nuovo, Rossana Smeriglio

Abstract


La ricerca mira a mettere in relazione la propensione al gioco d’azzardo (ovvero giocare e scommettere in modalità e intensità abnormi) con l’uso intensivo delle comunicazioni che richiedono una connessione con mezzi tecnologici. Entrambe queste dipendenze sono state correlate con fattori di personalità e di benessere percepito; con variabili cognitive di attenzione e ampiezza di memoria; con esperienze precedenti di formazione nell’uso di tecnologie e di giochi computerizzati. Ha partecipato alla ricerca un campione di 403 persone (173 uomini e 230 donne, di età compresa tra 18 e 72 anni); 85 erano studenti di 12 diversi corsi di laurea e 88 lavoratori in varie mansioni. I risultati suggeriscono che la prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo richiede l’incremento, attraverso l’educazione, di dimensioni di personalità come la coscienziosità e la stabilità affettiva ed emotiva. Questo può favorire la percezione del benessere e ridurre la tendenza a trasformare il gioco da componente ludica della vita ad oggetto di dipendenza eccessiva o addirittura patologica.

The research aimed to relate the propensity to gambling (i.e., an abnormal modality and intensity of gaming) with the intensive use of communications requiring a connection with technological means; both these dependencies were related with factors of personality and individual well-being; cognitive variables of attention and memory span; experience of previous training in the use of technologies and computerized games. A sample of 403 people (173 men and 230 women, aged between 18 and 72), participated in the research; 85 were students from 12 different degree courses, and 88 workers from various jobs. Results suggest that the prevention of gambling addiction requires that, through education, personality dimensions such as conscientiousness and affective and emotional stability should be increased. This fosters the perception of well-being and also reduces the tendency to transform the game from a playful component of life to an object of excessive or even pathological dependence.


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