Embodiment e turismo archeologico. Oltre l’esperienza

Eleonora Pappalardo, Myriam Vaccaro

Abstract


In questo lavoro si applica il concetto di embodiment al turismo culturale e archeologico. Inteso come processo di attivazione di fenomeni cognitivi e corporei quale reazione a determinati luoghi fisici che, a loro volta, divengono elementi agenti nel modificare e riproporre una visione nuova del luogo stesso, l’embodiment trova un’applicazione particolarmente felice al turismo dei luoghi antichi. Nel caso specifico del turismo archeologico, in cui i luoghi della visita consentono un viaggio, oltre che nello spazio, nel tempo e nell’uomo. Proponiamo, dunque, una nuova formulazione in tal senso: re-embodiment, ovvero reincarnazione, inteso come processo mimetico e ricreativo di uno spazio fortemente antropizzato.

This paper is aimed to the application of the concept of embodiment to cultural and archaeological tourism. Conceived as process of activation of cognitive and corporal phenomena, as reaction moved by attending precise spaces (agent and able to modify and recreate a new view of the place itself), the embodiment can be reasonably applied to archaeological tourism. here, as a matter of fact, the places to be visited allow to travel in space, time and human being. then, we propose for the first time a new theory: re-embodiment, that is reincarnation, intended as mimesis and re-creative process of a deeply anthropic space.


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