La provincia Siciliae in età tetrarchica (284-324 d.C.): imperatori, correctores e comunità cittadine

Cristina Soraci

Abstract


Il presente lavoro intende gettare nuova luce sulle testimonianze riferibili alla Sicilia nel corso degli anni 284-324 d.C., quando, per motivi economici, sociali e politici, l’isola divenne particolarmente importante agli occhi della nobilitas e degli stessi imperatori, che ne affidarono l’amministrazione, alla stregua delle altre province italiche e diversamente da Sardegna e Corsica, a correctores. Le dediche siciliane a noi pervenute, erette in onore degli imperatori e risalenti a tale periodo, sembrano essere state poste in un primo momento dalle città e in seguito dai governatori; questa differenza dipende, a nostro avviso, non tanto dalla casualità dei ritrovamenti, quanto da un preciso cambiamento politico e culturale: con l’avvento al potere di Costantino, le città preferiscono onorare i correctores, da cui più immediatamente dipendeva il benessere pubblico, piuttosto che gli imperatori, i quali, invece, vengono celebrati dai governatori stessi, che cercano di accattivarsene il favore. Un’attenta disamina dei correctores finora noti ci ha consentito, d’altro canto, di constatare come essi appartenessero ad un gruppo ristretto di gentes (i Calvisii, i Valerii, i Domitii), alcune delle quali possedevano certamente proprietà terriere nell’isola, a riprova della connessione tra ricchezza patrimoniale ed esercizio di pubbliche funzioni. Il governatore aveva sede, come sempre, a Siracusa, ma più volte trasferì la sua residenza a Catania, centro all’epoca ugualmente importante: tra le due città doveva esistere una rivalità che poteva tradursi in una temporanea variazione della sede del governatore, dovuta certo a circostanze eccezionali, ma possibile proprio in virtù del pari prestigio rivestito da entrambe.

This paper aims at shedding new light on the testimonies about Sicily between 284 and 324 A.D., when the island became very important for economic, social and political reasons for the nobilitas and even the imperators, who entrusted the administration to correctores, like the other italic provinces and unlike the way they handled Sardinia and Corsica. The Sicilian dedications that have survived up till now, erected in honour of the imperators throughout these years, appear to be erected firstly by the cities and secondly by the governors; this difference depends, in our opinion, not only on the fortuity of the excavations, but also on a precise political and cultural change: when Constantine become emperor, the cities prefer to honour the correctores, on whom public welfare closely depended, more than the emperors, who are celebrated, on the contrary, by the governors, who try to ingratiate their favour. Otherwise, a careful analysis of the correctores that we have collected up till now has allowed us to observe that they were part of a small group of gentes (Calvisii, Valerii, Domitii), some of whom certainly had island properties, proof of the connection between property wealth and performance of public duties. The seat of the governor was Syracuse, but it was often transferred to Catania, which was as important at that time: between the two cities rivalry must have surely existed and it could mean a temporary change of the seat of the governor, caused by exceptional circumstances, but made possible in virtue of the equal prestige of the two cities.


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