Contesto d’appartenenza e identità Sociale negli omosessuali dichiarati. Una ricerca cross culturale con soggetti di Catania e New York

Orazio Licciardello, Maria Elvira De Caroli, Claudia Castiglione

Abstract


L’omosessualità, fenomeno molto diffuso e variamente considerato fin dall’antichità, presenta le caratteristiche di un particolare gruppo sociale, tuttora esempio radicato di discriminazione della cosiddetta diversità, per quanto nel tempo si sia passati da un paradigma morale (“peccato”) ad uno medico (“malattia”) e successivamente alla “normalità”: l’American Psychiatric Association, assumendo l'ottica psicoanalitica che la considera una "variazione della funzione sessuale", nel 1973, ha eliminato la diagnosi di omosessualità dal Manuale Diagnostico-Statistico dei disturbi mentali (DSM), IIa edizione. In relazione alla teorizzazione freudiana ed alla ‘rivoluzione sessuale’ degli anni '60/’70, parte degli omosessuali si è organizzata socialmente assumendo comportamenti ispirati alla “politica del riconoscimento”; tuttavia, il fenomeno, partito da New York e San Francisco (considerate le capitali mondiali del movimento di liberazione gay), pur essendosi progressivamente esteso in varie parti dell’occidente, ha solo relativamente inciso nell'immaginario collettivo. La presente ricerca, condotta a New York e Catania con l’obiettivo di verificare, in generale, se la diversità dei contesti sociali d’appartenenza incida sulle dimensioni del Self e sull’Identità Sociale dei soggetti omosessuali dichiarati, e, in particolare, l’ipotesi che la realtà culturale di New York concorra a determinare l’Identità Sociale in termini più positivi rispetto a quanto non si riscontri a Catania, fornisce indicazioni articolate. In termini relativi, il gruppo di New York presenta un quadro di rappresentazione sociale complessivamente migliore rispetto a quello di Catania. In termini assoluti, però, la situazione risulta negativamente caratterizzata anche per una parte consistente dei soggetti newyorkesi, i cui punteggi relativi al Self ed all’Identità Sociale si collocano, come per i catanesi, quasi sempre sotto il punto di indifferenza. In definitiva, i cambiamenti culturali sembrano avere inciso in misura limitata sul livello degli atteggiamenti profondi e dei sistemi di valore sottesi al quadro delle rappresentazioni sociali ed ai processi che concorrono alla strutturazione del Self e dell’Identità Sociale.

Homosexuality, a widespread and variously considered phenomenon since ancient times, presents distinctive features as a particular social group. It is still a deeprooted example of discrimination of the so-called diversity, even if over the years it has passed from the moral paradigm (sin), to the medical one (disease) and, more recently, to «normality». The American Psychiatric Association, examining the phenomenon from a psycho-analytic point of view which considers it as a «variation of sexual function», in 1973 deleted the diagnosis of homosexuality from the Diagnostic Statistic Manual, (DSM) II edition. In relation to Freudian theorization and to the `sexual revolution' of the Sixties and Seventies, a number of the homosexuals have organized themselves socially, adopting attitudes inspiring to the ‘policy of recognition’; however, this phenomenon, whích started in New York and San Francisco (considered the world capitals of the gay liberation movement), even though it has expanded to various parts of the western world, has little more than scratched the surface of collective imagination. This research, carried out in New York and Catania with the aim of verifying, in general, if the diversity of the social contests affects the dimensiona of Self and Social Identity of the declared homosexual subjects, and, in particular, the hypothesis that the cultural reality of New York concurs to determine Social Identity more positively than in Catania, gives complex answers. In relative terms, the New York group presents a picture of better social representation than the Catania group, whereas, in absolute terms, the situation is negative even for a large number of the New York subjects, whose scores regarding Self and Social Identity are, as for the subjects from Catania, below the level of indifference. Cultural changes, therefore, seem to have had only a limited effect on deep attitudes and systems of value subtending the social representations and the processes contributing to the structure of the Self and Social Identity.


Riferimenti bibliografici



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