Educare alla lettura dei testi letterari

Graziella Scuderi

Abstract


La funzione immaginativa del linguaggio è frequentemente negata solo perché non la si considera continua e la si vede soprattutto rappresentata per interezioni, parole «espressive», ecc. Naturalmente è un grave errore logico negare una funzione per il solo motivo che essa non è costante; ma, a parte queste considerazioni, bisoggna riconoscere che la funzione pittorica è a fondamento di tutto il linguaggio umano e che in nessun modo la si può ricercare nella successione sillabica: molti significanti parziali, come intonazione, velocità, intensità, ecc., sono infatti fondamentalmente pittorici. La funzione pittorica del linguaggio è, insomma, continua quanto quella affettiva o quella concettuale. Così nella lingua parlata, nella lingua di tutti i giorni. Ma è soprattutto nel linguaggio poetico-narrativo che gli elementi immaginativi acquistano un’importanza decisiva: il ritmo, la cadenza, le pause, il tono sono elementi che tendono a stabilire relazioni non convenzionali tra il significante e la cosa significativa, elementi che si vanno relazionando attivamente in una trama sottile e complicata. Il lettore di testi letterari, poetici o di pensiero, deve essere educato a cogliere il nesso indissociabile di grammatica e semanticità, il valore dei segni stilistici, la lunghezza d’onda della frase, il ritmo, che è tono dell’anima, elemento essenziale della parola espressiva.


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