La predicazione di Massimo di Torino. Il ruolo del vescovo tra nemici spirituali e barbari

Emanuele Piazza

Abstract


Il presente lavoro esamina le riflessioni formulate da Massimo, vescovo di Torino, sul dovere del clero di difendere l’incolumità, non soltanto fisica ma anche spirituale, dei propri fedeli. Massimo nei suoi Sermones, ad esempio, considera gli attacchi delle popolazioni barbariche − probabilmente i Visigoti − che all’inizio del V secolo  minacciavano il Piemonte un problema minore rispetto alle insidie tese alla salvezza dell’anima dal peccato e dal paganesimo. Pertanto le preghiere e non le armi erano a giudizio di Massimo il mezzo di difesa migliore dei cristiani.

The aim of this paper is to examine the thought of Maximus, Bishop of Turin, concerning the duty of the clergy to safeguard not only the physical, but also the spiritual safety of the faithful in their charge. In his Sermones, Maximus considers the attacks of barbarian peoples – probably Visigoths – who threatened Piedmont at the beginning of the fifth century, as a minor problem compared to the threat that sin and paganism represented to the salvation of the soul. Thus, prayers, not weapons, were judged by Maximus to be the best means of defence for Christians.


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