Funzione del mito e funzione della scienza nel positivismo atipico di Tito Vignoli

Giacomo Borbone

Abstract


Il positivismo italiano non fu affatto un movimento culturalmente sterile e scientificamente scadente, ma piuttosto intenso e di grande apertura nei confronti di quanto veniva prodotto al di fuori degli angusti confini nazionali. Con ciò non vogliamo di certo sterilizzarne i difetti, ma nemmeno velarne i pregi e, soprattutto, le figure di spicco che ad esso si ispiravano. Una di queste, tanto importante quanto “ignorata”, è quella dell’antropologo toscano Tito Vignoli (1829-1914), autore di numerosi scritti dedicati in particolar modo alla psicologia, all’antropologia, al darwinismo e il cui maggiore contributo risiede senza alcun dubbio nella stesura del suo capolavoro Mito e scienza (1879), i cui contenuti saranno oggetto del presente lavoro.

Italian positivism was by no means a culturally sterile and scientifically poor movement, but rather intense and open to what was produced outside the narrow national borders. With this, we certainly do not want to sterilize its defects, but neither do we want to veil its merits and, above all, the prominent figures who were inspired by it. One of these, as important as “ignored”, is that of the Tuscan anthropologist Tito Vignoli (1829-1914), author of several writings dedicated in particular to psychology, anthropology, Darwinism and whose greatest contribution undoubtedly lies in the writing of his masterpiece Myth and Science (1879), whose contents will be the subject of this work.


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